Nell’ottica di prevenire i disturbi e le patologie che interessano il cavo orale è bene precisare che un buon risultato, ossia l’assenza dei citati disturbi, non dipende esclusivamente da una regolare e corretta igiene orale e da periodiche visite di controllo dal dentista. Esistono, infatti, tutta una serie di comportamenti virtuosi che possono essere adottati “a monte”, a partire dall’alimentazione.
Le raccomandazioni del Ministero della Salute
Il Ministero della Salute in merito a ciò che mangiano, e in funzione di una corretta preservazione del cavo orale, da sempre si raccomanda di non consumare troppi cibi ricchi di zuccheri, i quali portano alla formazione della placca batterica e delle sostanze acide che possono a loro volta intaccare la parte inorganica di smalto e dentina. Meglio optare per una dieta equilibrata, con un occhio di riguardo nei confronti della frutta e della verdura. Più nello specifico, è opportuno preferire cibi ricchi di nutrienti quali le vitamine (in particolare A, C e D), e minerali (calcio, fosforo, potassio e sodio).
Igiene orale dopo ogni pasto
Le buone abitudini quotidiane prevedono di dedicarsi alla pulizia dei denti dopo ogni pasto, conducendo lo spazzolamento senza fretta, impiegando dai 2 ai 3 minuti per la cura dei denti anteriori e senza dimenticare quelli posteriori anche se meno in evidenza.
Non tutti gli spazzolini sono uguali: gli esperti si raccomandano di optare per una testina conforme alla grandezza della bocca di modo da farla muovere agevolmente e raggiungere anche i punti più “nascosti”. Le setole, inoltre, devono essere di media durezza. Anche lo spazzolino è soggetto a usura e se ne raccomanda la sostituzione ogni 2-3 mesi per garantire una pulizia perfetta.
Anche la scelta del dentifricio non deve essere causale: è opportuno prediligere quelli a base di fluoro per la loro funzione preventiva e l’azione demineralizzante.
Da non dimenticare, infine, l’utilizzo del filo interdentale, accessorio che può arrivare dove non riescono ad agire le setole dello spazzolino, andando così a eliminare più efficacemente la placca batterica.