Il Bruxismo consiste nel digrignamento notturno e a volte diurno delle mandibole. In Italia, è stato stimato che sono tra i 15 e i 18 milioni a soffrire di questa patologia, tra cui bambini e adolescenti. Le principali cause possono essere ansia e stress.
Il dott. Virginio Bobba, Odontoiatra e segretario culturale dell’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) analizza il fenomeno nel dettaglio.
Come si diagnostica
Solitamente, chi soffre di bruxismo, al mattino presenta un forte mal di testa, dolori cervicali e stanchezza. Si può verificare anche un’ipersensibilità dei denti nel momento in cui si assumono cibi caldi o freddi (dovuta alla perdita dello strato di smalto), o un senso di vertigine. Talvolta, ne è sintomo anche la percezione di dolori all’orecchio e acufeni (rumori come fischi, sibili o fruscii non generati dall’ambiente esterno, in grado di tormentare il cervello anche in maniera costante).
Per essere certi di avere questa patologia è opportuno verificare usura e lesioni alla dentatura, tramite una visita dallo specialista.
Le cause
Le ricerche evidenziano che questa patologia è dovuta a fattori psicologici e neurologici legati al sonno e, in particolar modo tra i giovani, all’assunzione di droghe sintetiche o come effetto secondario della competizione sportiva. Anche alcuni farmaci (soprattutto i neurolettici e gli antidepressivi) possono favorire il bruxismo.
Le conseguenze
La pressione con cui si digrignano i denti può determinare nei casi più leggeri piccole lesioni dello smalto, in stadio avanzati può arrivare alla frattura vera e propria dei denti. Le continue sollecitazioni si riversano di conseguenza sulla struttura ossea e sulle gengive. Il bruxismo causa spesso anche affaticamento e dolore alla muscolatura masticatoria, che si estende fino a provocare cefalea e dolori facciali.
Come si cura
La strategia più comune per contrastare gli effetti del bruxismo è l’utilizzo di una “placca masticatoria” mobile, un bite prescritto dall’odontoiatra e creato sul calco delle impronte della dentizione di ogni paziente. Questo dispositivo esercita una funzione protettiva e permette di evitare il contatto tra le cuspidi dei denti, migliorando la posizione della mandibola e migliorando l’attività dei muscoli e delle articolazioni facciali. Nei casi più gravi, il medico può prescrivere dei tranquillanti per favorire il sonno, oppure degli analgesici, degli antinfiammatori o dei miorilassanti per gestire il dolore e la tensione muscolare.