Denti ingialliti, opachi? Lo sbiancamento dei denti è un sicuro successo per un sorriso smagliante!
In Italia è soltanto da un decennio scarso che si sono iniziati i primi trattamenti di sbiancamento dentale, sebbene in molti altri stati vengono praticati da molto più tempo. Gli Stai uniti detengono da sempre il primato di sbiancamenti dentali professionali. Avere un sorriso con denti bianchi ci rende più sicuri e “performanti” nella società moderna migliorando la percezione di “gradevolezza” da parte dei nostri interlocutori, nonché la nostra autostima. Un bel sorriso dà l’idea di pulizia ed ordine, di simpatia e contribuisce a valorizzare il nostro aspetto generale. Al contrario denti gialli e con tartaro comunicano l’idea di sporco e disordinato. Molti studi e molti dentisti comunicano la forte tendenza, peraltro in continua crescita, della richiesta di trattamenti sbiancanti professionali. Si stima che in tutto il mondo siano già effettuati ben 30 milioni di sbiancamenti dentali professionali in tutta sicurezza e con successo.
Vediamo ora alcuni dati relativi al dente naturale per passare poi a descrivere le moderne tecniche di bleaching (sbiancamento). Lo smalto dentario è di natura trasparente, perciò il colore dei denti dipende dalla riflessione della luce sui tessuti sotto lo smalto (in particolare la dentina). Lo smalto non rappresenta una barriera impenetrabile, ma è costituito da una micro trama a nido d’ape con canali che consentono il passaggio di determinate molecole e sostanze. Tra queste vi sono le cosiddette molecole cromofore responsabili delle macchie dei denti. Ovviamente anche placca batterica e tartaro contribuiscono alla DISCROMIA dei denti rendendoli giallognoli opachi e limitando con meccanismo di barriera la riflessione della luce. Per raggiungere le macchie depositatesi all’interno del dente non è sufficiente un’accurata pulizia quotidiana, si rende necessaria una detartasi (rimozione del tartaro) professionale e subito a seguire il trattamento sbiancante.
Perché i denti nel tempo perdono il loro iniziale colore diventano scuri?
I denti cambiano colore per diversi motivi:
- Assunzione durante l’infanzia di antibiotici della classe delle tetracicline.
- Devitalizzazioni.
- Pigmentazioni da elementi e/o fumo: l’assunzione prolungata di caffè, tè, vino rosso, cola, fumo ingiallisce ed opacizza lo smalto.
- Invecchiamento: i denti diventano più scuri con l’avanzare dell’età.
Lo sbiancamento dentale
La tecnica di bleaching (sbiancamento) consente di ripristinare il naturale splendore dei denti in un’unica seduta semplice non dolorosa e priva di controindicazioni, della durata di circa 45 minuti. Questo trattamento puramente estetico è assolutamente sicuro ed innocuo per denti e gengive. È bene ricordare che lo sbiancamento è efficace soltanto sullo smalto pertanto prima del trattamento è necessario sostituire vecchie otturazioni scure ed infiltrate o capsule incongrue ed ingiallite se presenti.
I metodi di sbiancamento professionale utilizzati in studio, sotto la supervisione di un odontoiatra, utilizzano un gel ad alta concentrazione di perossido di idrogeno al 35%. Il procedimento consiste nell’applicare sui denti (previo isolamento delle gengive) una particolare pasta sbiancante prelevata da un kit sterile e monouso. Successivamente si applica la luce pulsata di una lampada al plasma che consente di ottenere uno sbiancamento in profondità. La sicurezza del trattamento è un dato certo: la luce al plasma ha caratteristiche fisiche tali da produrre un basso livello di energia termica (non contiene ultravioletti e presenta meno del 3% di infrarossi) ad una elevatissima luminosità. La seduta termina con la rimozione della pasta e con la raccomandazione di non assumere alimenti fortemente colorati e di non fumare per le successive 24 ore.
Dopo il trattamento i denti risulteranno da subito più bianche ed il risultato è garantito per lungo tempo a patto che si rispettino le abituali norme di igiene orale domiciliare e che periodicamente si vada dal proprio dentista per il periodico check up odontoiatrico.
A cura del Dott. Princivalle Stefano